venerdì 23 marzo 2018

I TEMPI DELLE PAROLE E I TEMPI DELLA CITTA'

In queste ultime settimane si è aperta sui social una discussione promossa dal Rugby Cernusco sulle condizioni del campo e delle strutture da loro utilizzate che mi ha più volte visto citato come responsabile, quasi artefice. L’ultima nota al riguardo “Rugby Cernsuco e Ammnistrazione Zacchetti: ancora solo parole, di opere indispensabili nessuna prospettiva” è di ieri  (QUI IL LINK).
 
La piazza virtuale di Facebook non è il mondo reale ma sono sempre stato convito che la positività dell’avere più canali di comunicazione aperti tra Istituzioni e cittadini, superi di gran lunga gli aspetti negativi. E’ per questo che l’ho sempre utilizzata e che, anche in questo caso, ho deciso di rispondere qui a una questione che probabilmente sarebbe più costruttivo affrontare in sedi istituzionali. Come ho sempre fatto con ogni associazione sportiva, come ho sempre fatto con il Rugby Cernusco non più tardi dello scorso 27 Novembre e poi a Dicembre, in occasione della Festa di Natale.
 
Attenzione però. Le sedi istituzionali devono rimanere e rimarranno il luogo in cui gli uffici del Comune e l’Amministrazione daranno risposte, punto su punto, ai dubbi su mancanza di sicurezza, noncuranza degli spazi e manutenzione mancata messe in evidenza dal Rugby Cernusco nelle comunicazioni pubbliche diffuse nelle ultime settimane e rivolte a questa e alla precedente Amministrazione, in cui ho ricoperto il ruolo di Assessore per sette anni. Non affiderò, dunque, a questo canale risposte che qui non trovano il giusto spazio, la giusta riflessione e l’attenzione, anche in termini tecnici, che meritano.  
 
A questo canale sento di affidare un altro tipo di messaggio. 
 
A chi dice che ‘il tempo delle parole è scaduto’ voglio rispondere in modo chiaro e netto: da Sindaco mi impegnerò insieme all’Assessore allo Sport Grazia Vanni affinché mai nessuno possa far scadere quel tempo. 
 
Perché il tempo delle parole è il tempo del dialogo e del confronto reciproco, che sono e devono essere i due fari che sempre guidano il rapporto tra Istituzioni e cittadini. E nessuna delle due parti dovrà sentirsi giustificata nel dire che quel tempo è scaduto: sarebbe una sconfitta. 
 
Con il Rugby Cernusco, per quanto mi riguarda, il dialogo rimane e rimarrà sempre aperto, ma nell’ottica di costruzione e non di distruzione. In città esistono 42 società sportive: con tutte loro il tempo dell’ascolto non scadrà mai, ognuna con la propria dignità, pari alle altre indipendentemente dalla propria forza. 
 
Con i rugbisti cernuschesi il dialogo sulla loro crescita, il loro futuro, le strutture e gli sviluppi per migliorare le condizioni di gioco è aperto da anni e aveva permesso sul finire del 2015 di iniziare una discussione a partire dalla loro proposta per migliorare insieme l’impiantistica sportiva che li riguardava, trovando da parte dell’amministrazione un’ampia disponibilità ad un approfondimento. Proposta che, però, non è stata portata avanti dalla società per scelte diverse di cui l’Amministrazione Comunale prese atto e ancora oggi personalmente rispetto, ma che fin da subito mostrarono con chiarezza a tutti i protagonisti di quanto i tempi di intervento si sarebbero dilatati.
 
Da quel confronto, passando per la Consulta dello Sport e anche per quell’ultimo incontro del 27 Novembre 2017, insieme all’Assessore allo Sport Grazia Vanni e agli uffici ho continuato e continuiamo proprio in queste settimane il lavoro di progettazione e realizzazione dei vari interventi anche legati agli impianti sportivi e sul cui sviluppo sono sempre disponibile ad aggiornare ogni società sportiva, anche il Rugby Cernusco.
 
Perché i tempi dell’ascolto non li dettano le società, non li detta il Sindaco e non li dettano gli uffici: li detta il confronto, la programmazione delle opere, la disponibilità degli spazi e i bisogni delle città. Della città tutta. Con pari dignità e pari diritto. 
 
Ripartiamo da qui.

venerdì 16 marzo 2018

DA DOMANI LE PORTE DELLA CAPPELLA DI VILLA ALARI SI APRONO SULLA CITTA'

Tra le mille emozioni di questi primi mesi da Sindaco di Cernusco sul Naviglio, domani vivrò anche quella di riconsegnare alla città la Cappella Gentilizia di Villa Alari restaurata: lo farò nel modo più semplice e simbolico, aprendo la porta che da via Cavour dà accesso alla cappella e accogliendo i 20 Cernuschesi che si sono iscritti alla visita guidata delle 9,30, la prima di quelle in programma per tutte le giornate di sabato e domenica.
Sono già più di 320 le prenotazioni per questo weekend e ancora pochi i posti disponibili per le visite organizzate dall’Assessore alla Cultura Mariangela Mariani e dal Consigliere Gianni Cervellera insieme ai volontari del FAI, a esponenti del mondo culturale cernuschese e agli studenti liceali dell’ITSOS, con il contributo di quattro giovani musicisti.
Era il 1702 quando Giacinto Alari acquistava un terreno che si affacciava sul Naviglio per costruire la sua villa: sull’attuale via Cavour ve n’erano già altre, ma la sua doveva essere la più bella perché, grazie a essa, voleva conseguire il titolo nobiliare. Per questo, affidò il progetto all’architetto romano Giovanni Ruggeri, che con la sua ottima squadra di pittori e artigiani avrebbe completato l’opera in poco più di un decennio.
L’ultimo lavoro fu proprio la Cappella, realizzata tra il 1721 e il 1725 e consacrata il 27 Settembre 1725.
 
Voluta dal conte Alari per rispetto della tradizione, la Cappella non è situata nel cuore della villa, come consuetudine: la sua collocazione periferica risulta luogo di connessione tra i proprietari e la città, quasi che nella dimensione religiosa nobili e popolo potessero ritrovarsi, pur se fisicamente separati.
La Cappella è composta da due corpi: quello più ampio a forma ottagonale ad uso dei fedeli è sovrastato da una cupola ellittica sulla quale è raffigurata la gloria di San Giacinto, affrescata da Francesco Fabbrica. Il secondo corpo, molto più piccolo, separato da una balaustra in marmo policromo, contiene l’altare per le celebrazioni.
 
Sull’altare vi è la tela di Isidoro Bianchi del 1729, per un anno custodita nell’ufficio del sindaco in Villa Greppi (come appare “vuoto” ora…) proprio in attesa che finissero i lavori di restauro della cappella: davanti alla Vergine l’omaggio di Santa Teresa e San Giacinto. La piccola cupola ellittica è ornata di stucchi dorati. Sulla sinistra si apre un piccolo vano adibito a sacrestia. Sulle pareti laterali matronei con grate utilizzate dai nobili per assistere alle celebrazioni.
La Cappella è stata interessata da un doppio restauro: la tela d’altare, già mostrata al pubblico in occasione della Fiera di San Giuseppe dello scorso anno; la sistemazione del tetto, degli interni e degli affreschi della Cappella, terminati lo scorso mese.
Il restauro è stato di tipo conservativo, senza ritocchi delle parti mancanti e perdute sia del colore, sia degli stucchi. E' stata anche installata una nuova illuminazione che permetterà di poter fruire al meglio le opere d’arte.


Questo restauro della Cappella è il primo che si compie dei lavori compresi nell’accordo di programma sottoscritto l’11 Ottobre 2016 dal Sindaco di Cernusco sul Naviglio in carica allora, Eugenio Comincini, e dal Governatore di Regione Lombardia anch’egli in carica allora, Roberto Maroni, con il finanziamento di 1 milione di euro da parte dell’Amministrazione Comunale e quello, quasi equivalente, della Regione: gli altri due interventi riguardano il parco, la cui riconsegna è prevista per la prossima estate, e la villa, con il rifacimento del tetto e delle facciate e con consegna prevista per la fine dell’Ottobre 2018.

Un ringraziamento va davvero ai tecnici comunali e ai restauratori per il lavoro fatto con professionalità e passione: la bellezza del risultato è in queste foto che ho scattato oggi, ma lo sarà ancor di più da domani quando tutti potranno godere di persona di questo bene storico di Cernusco sul Naviglio.
Riprende vita un luogo di incredibile prestigio e richiamo: davvero la nostra storia, quando diventa condivisa come un bene culturale che viene riconsegnato alla città, è bellezza su cui costruire il futuro della nostra comunità.

 
 
 

GELSO D'ORO 2018, STORIE BUONE DI VITA CONCRETA


Buonasera, buonasera a tutti e grazie ai giovani musicisti che si sono esibiti su questo palco, contribuendo a rendere indimenticabile questa serata.
Tra pochi minuti vivremo il cuore di questa undicesima edizione de "Il Gelso d’oro", l’evento che dal 2008 apre la nostra Fiera di San Giuseppe e premia i cittadini e le organizzazioni cernuschesi che hanno conferito lustro e importanza alla città, grazie alla loro opera nei diversi campi dell’arte, dell’economia, della cultura, della solidarietà o dello sport.
Saluto i 6 membri della commissione chiamata dal Consiglio Comunale a giudicare le proposte avanzate dai cittadini: Ciro Angrisano, Guido Cavalletti e Mina Facchi; Maurizio Fioravanti, Andrea Frabretti e Bruno Genesio. Li ho voluti citare (nuovamente) per ringraziarli dell’interpretazione davvero istituzionale e nello stesso tempo appassionata con cui hanno assolto insieme il loro compito.
Qual è il senso di consegnare oggi una benemerenza civica?
Tra le tante positive letture che possono essere date a questa iniziativa, mi piace questa sera condividere con voi l’idea che - in una società spesso chiusa su sé stessa, impegnata nella critica da social, diffidente e a tratti rancorosa - con il Gelso d’Oro vengono invece messe in circolo storie buone di vita concreta.
Storie buone, di quelle che ci consegnano ricordi e ci allargano orizzonti, ci fanno sentire comunità, ci danno appigli e radici nel nostro progettare continuamente il futuro, nel pensare a quella che sarà Cernusco sul Naviglio tra 10, 20, 100 anni.
Storie buone di vita concreta, perché ogni idealità e ogni slancio ha senso ed è utile se non rimane astratto ma invece atterra nella vita di ogni giorno, nelle storie delle persone che diventano storia, la nostra storia: collettiva, di 100 anni fa; oppure di quella che scriviamo quotidianamente oggi; a cui abbiamo dedicato un’intera vita; oppure di quella che è diventata passione per la città e per le sue persone.
Con il Gelso d’oro celebriamo la bellezza, questa bellezza, la bellezza delle persone.
E allora grazie a chi questa sera è protagonista di queste storie e a chi le ha portate fino a questo palco, proponendole: da oggi sono patrimonio di ciascuno di noi e della nostra comunità.

Questi sono i premiati dell’edizione 2018 (in rigoroso ordine alfabetico):

NELLO CANDUCCI
Per l’esempio educativo per generazioni di studenti e di appassionata narrazione della nostra città
NUOVA COOPERATIVA AGRICOLA CERNUSCHESE
Per l’espressione dei valori di dignità, lavoro, indipendenza economica, cooperazione per lo scopo condiviso, mutualità, che costituiscono il fondamento di cent’anni di storia cernuschese.

MASSIMO RECALCATI
Per l’eccellenza riconosciuta a livello internazionale nel campo della psicoanalisi e nella lettura della società di oggi, che non dimentica le sue radici e il vissuto nella nostra città.

SARA TRICELLA - alla memoria
Per il grande impegno umano e sociale, svolto a favore degli ultimi.