martedì 29 dicembre 2015

SUL BLOCCO DEL TRAFFICO E DINTORNI


Ieri, oggi e domani, a Milano e in 13 comuni dell’hinterland (incluso Cernusco sul Naviglio) è in vigore il blocco totale del traffico dalle ore 10:00 alle ore 16:00.

Il presupposto di questa ordinanza è rappresentato da una situazione di emergenza: 31 giorni consecutivi di livello di Pm10 fuorilegge (97 dall’inizio dell’anno rispetto al valore limite di non più di 35 previsto dalla normativa); il giorno di santo Stefano, nonostante il poco traffico in città, livelli di particolato tra i 57 e 60 microgrammi (il limite è 50); il meteo – assenza di precipitazioni piovose e di vento – che non aiuta la dispersione degli inquinanti: ancora Sabato 26 Dicembre ARPA Lombardia confermava almeno 3 giorni di condizioni meteo molto favorevoli all’accumulo di inquinanti. Per questo il Comune di Milano ha optato per un’ordinanza forte come lo sono 3 giorni di blocco del traffico a cui hanno aderito altri comuni dell'hinterland, tra cui Cernusco, e che avrebbe avuto maggior efficacia se in molti di più vi avessero aderito (Pioltello si è uinito da oggi)

Sulla necessità di misure strutturali e coordinate a livello sovracomunale siamo tutti d’accordo, ma giusto per assegnare correttamente le competenze, ricordiamoci che Città Metropolitana non ha delega in materia di emergenza ambientale (come invece aveva richiesto) e quindi non può imporre nulla ai comuni, mentre ce l’hanno il Governo e – con maggior riferimento a Milano – la Regione Lombardia, che sull’emergenza non si è mossa. Nell’incontro di ieri convocato finalmente dalla Regione sono stati proprio i Comuni a proporre un decalogo di interventi http://www.ilgiorno.it/milano/smog-decalogo-1.1605586

Non voglio farne una questione politica, è solamente la richiesta davvero ampiamente condivisa di un maggior coordinamento su una materia così complessa e certamente impossibile da risolvere localmente.

Nel frattempo, però, è vero che in situazioni di emergenza – aspettando vento e pioggia - il blocco totale è l’unico strumento che abbia una qualche efficacia, andando anche incontro alle indicazioni degli esperti ai cittadini di circoscrivere se possibile le esposizioni all’aria aperta proprio in tempi e luoghi di minor traffico e in aree verdi (per questo avevo indicato nel comunicato stampa di settimana scorsa di utilizzare proprio le ore del blocco del traffico per passeggiate e uscite in bici). 

Per essere completamente trasparente sul tema “blocco traffico” riprendo due dati riportati anche oggi sulla stampa. Uno: l’Agenzia per la mobilità del Comune di Milano (Amat) certifica che oggi il 50% delle polveri sottili a Milano sono prodotte dal traffico (dunque è lì che bisogna concentrare gli interventi), il 22% dai riscaldamenti. Due: uno studio della stessa Amat ha dimostrato che, nel passato, le giornate senza auto hanno prodotto una diminuzione dello smog “solo” nel 40% dei casi mentre non lo sono state nel 60% (ma sono state però utili diminuire l’immissione di polveri nell’aria e perché, senza traffico, lo smog contiene meno carbonio e dunque meno tossico).

Questo blocco ha provocato / sta provocando disagi ai cittadini? Certamente per tre giorni questa ordinanza sta richiedendo a ciascuno di noi di rivedere un poco la nostra agenda personale. Per quanto mi riguarda: appuntamenti di lavoro aggiornati; scooter in garage e spostamenti verso Milano con mezzi pubblici; mobilità a Cernusco esclusivamente a piedi; una visita medica di un familiare prenotata da tempo rinviata di una settimana; un po’ di sport al parco in orario di blocco del traffico. Ci sta: pensare che le cose cambino senza cambiare noi è davvero impossibile. 

Chiudo sui risvolti di politica locale. In tutti i miei interventi di questi giorni avevo evitato di portare la discussione su questo piano, proprio per concentrare la discussione rispetto all’emergenza e al blocco. Avevo evitato di elencare quanto fatto dall’amministrazione comunale di Cernusco in tema di politiche ambientali attive in questi otto anni. Ad esempio e certamente per difetto: il nuovo regolamento edilizio, che tra l’altro fissa le linee guida per la progettazione degli edifici in classe energetica almeno B; l’assegnazione del servizio energia degli impianti pubblici mediante bando con un consumo massimo – a parità di edifici al momento del bando – inferiore del 23%, anche grazie alla riqualificazione degli impianti termici pubblici; la riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblici; la dotazione di impianti solare termico e fotovoltaico (scuole, magazzino comunale,…); il forte sviluppo di piste ciclopedonali; infrastrutture e servizi per la ciclabilità come il Bici Park e il Bike Sharing casa-lavoro; il  mantenimento del livello di servizio di trasporto pubblico. Lo stesso sviluppo da Cernusco Verde a Cem presuppone l’obiettivo di crescita della raccolta differenziata ben oltre la soglia attuale e stabile del 65% e quindi una diminuzione dell’impatto ambientale dello smaltimento, insieme ad una completa sostituzione dei mezzi in servizio con altri nuovi e ecologicamente meno impattanti. E sulla viabilità verrà presentato e discusso nei primi mesi del 2016 il nuovo Piano Urbano del Traffico. 

Ma ripeto, non voleva essere questo momento di emergenza il tempo per uno scambio di accuse o rivendicazioni politiche. Per chi invece ha voluto ancora una volta intenderlo in questo modo - http://claudiogargantini.blogspot.it/2015/12/blocco-delle-auto-tra-mille-sospetti.htmlho trovato appropriato quanto ha scritto oggi Emanuele Trevi su “Il Corriere della Sera” nell’articolo “Un passo verso il meno (e il meglio) senza fare prediche sulla decrescita”:

Cambiare le abitudini, in auto e a casa, per un benessere che sia meno inquinante. L’idea giusta è forse rallentare. E non facciamone un caso politico.
Una cosa è certa: le immagini di Milano e dalla Val Padana ridotte come i più angoscianti scenari dei film di fantascienza destano in tutti paura e sconcerto. Ma credo che un’altra certezza vada accompagnata alla prima: quella, cioè, dell’inaudita stoltezza, morale anche prima che civile, di chi tenta di sollevare un caso politico da questa nuova sciagura. Chi va a votare dovrebbe riflettere su questi episodi di pochezza intellettuale, prima di scegliere. Perché questi polveroni demagogici hanno un solo merito involontario: quello di rivelare che turpe idea della politica nutre chi li solleva.
La verità è una sola, e incontestabile: qualunque governo, qualunque giunta municipale fosse stata in carica in questo dicembre 2015, il nuvolone di smog sarebbe stato lì, sulle teste e negli apparati respiratori dei milanesi. Possiamo immaginare che il sindaco in carica di Milano sia Giuseppe Verdi, o Topolino, o Einstein: il risultato non potrebbe cambiare.
Non voglio assolutamente affermare che la politica non possa migliorare le nostre condizioni di vita nell’unico mondo che abbiamo e che stiamo trasformando in una trappola mortale. Come è successo a Parigi, la politica può tentare di non pregiudicare il futuro, che appartiene di diritto a chi verrà dopo di noi. Sono processi lunghi e faticosi, pieni di incertezze e di spinosi dilemmi. Ma questo smog è il presente, e conviene chiedersi cosa significa per ognuno di noi, considerato nella sua libertà e nella sua responsabilità. E allora, prima di proiettare il nostro rancore e la nostra paura su un’idea dei doveri di chi comanda, bisognerebbe iniziare con il dirsi: l’aria irrespirabile è un’impronta digitale collettiva, la somma di lievi, quasi impercepibili responsabilità collettive che unite si trasformano in un gravissimo delitto. Siamo noi che portiamo i figli a scuola con la macchina, che consideriamo normale che a Natale ci sia più traffico, che magari andiamo (in macchina, ovviamente) a giocare a tennis, ma riteniamo inconcepibile fare un paio di chilometri a piedi. Siamo noi che alla prima tramontana trasformiamo la nostra casa in un forno e al primo giorno caldo vogliamo che case e negozi somiglino a un frigorifero. Siamo noi che sprechiamo, sporchiamo, facciamo i furbi. Siamo noi, in sintesi, che abbiamo un’idea bulimica e ipertrofica di ogni forma di benessere.
Perché dentro di noi abita una specie di bambino pazzoide che concepisce ogni limite come un’infelicità, e ogni minima privazione volontaria come un affronto al nostro diritto a esistere. Ma la cosa più brutta è che non riusciamo nemmeno a produrre dei modelli contrari credibili per tutti, capaci di creare un contagio positivo. Perché non c’è nessun fascino nel buon senso: non c’è, purtroppo, mai stato. Se uno dice, per esempio, che conviene mangiare meno carne, non produce nessun pensiero capace di andare di moda, di creare dibattiti e interviste. Nessuna celebrità in declino si converte a un’idea di buon senso. Per noi, è meglio un’umanità che si strafoga di insaccati e che produce al suo interno delle minoranze che odiano la carne, e odiano pure il pesce, e già che ci sono non si mettono più i maglioni di lana perché sono amiche delle pecore. E allo stesso modo, non c’è nessuna possibilità di creare una nuova dannata «tendenza» evitando di riscaldare troppo la casa. Una tacca o due del termostato: quale rivista, quale sito se ne occuperebbe? Quanto è bello, al contrario, predicare la «decrescita»! Questo sì che crea prestigio, cattedre universitarie, fama di sapienti.
Una delle cose più terribili del nostro tempo è la morsa che ci stringe tra l’indifferenza della maggioranza e la superiorità morale delle minoranze. La prima è fatta di egoismo e abitudine, la seconda è una specie di marketing dell’utopia, un’ossessione di purezza che finge di essere centrata sul mondo, ma bada solo a se stessa. Di tutte queste cose è fatto lo smog: stupidità che si materializza in polveri sottili e monossidi letali.

Chissà quante catastrofi ci costringeranno a riprendere in mano il filo d’Arianna dell’intelligenza, dell’empirismo. Quel discorso interiore forse opaco, ma pieno di dignità, che ci fa ammettere che è vero, ogni giorno sbagliamo, forse non possiamo fare altro, ma è pure vero che ogni giorno possiamo provarci, a spegnere una benedetta luce, a farci una passeggiata. Un grande e dimenticato scrittore del Novecento, Nicolas Bouvier, diceva che «un passo verso il meno è un passo verso il meglio». Un passo: né l’immobilità irresponsabile, né il salto mortale di cui nessuno ha la forza. Il meglio: che è una cosa diversa dal niente e dal tutto, questi eterni produttori di smog. I seguaci di questa intelligenza senza nome e senza lustrini non si sognano nemmeno di trasformare in uno «scontro politico» le conseguenze drammatiche di una vita che nessuno ci ha insegnato a vivere, e di cui nessuno possiede la formula esatta.

martedì 1 dicembre 2015

CERNUSCO E IL NUOVO REGOLAMENTO PER L'ESERCIZIO DEL COMMERCIO SULLE AREE PUBBLICHE


Ieri sera il Consiglio Comunale di Cernusco ha approvato con 12 voti favorevoli, 2 astenuti e nessun voto contrario il “Regolamento per l’esercizio del commercio sulle aree pubbliche”. 

Il commercio su aree pubbliche costituisce un segmento commerciale rilevante ed estremamente dinamico per l’economia del territorio comunale, con la presenza di due mercati comunali scoperti – quello del mercoledì addirittura con una storia di oltre 90 anni - una fiera cittadina e numerosi posteggi extramercato oltre ad installazioni per manifestazioni occasionali.

Il primo scopo di questo nuovo regolamento è quello di aggiornare il precedente, approvato dal Consiglio Comunale nel 2003 e poi modificato ed integrato nel 2005; regolamento, dunque, approntato dodici anni fa sulla base di normative nazionali del 1998 e regionali del 2000. Da quella data di adozione sono intervenute importanti modifiche legislative a livello comunitario, nazionale e regionale che, sebbene applicate dagli uffici comunali fin dalla loro entrata in vigore, non sono state formalmente recepite nello strumento di regolamentazione comunale: in particolare ricordo il D.Lgs. 59/2010 a recepimento della Direttiva Europea 123/2006 - anche conosciuta come Direttiva Bolkestein e che ha introdotto una serie di liberalizzazione e semplificazioni burocratiche – così come la Legge Regionale 6/2010 e le sue successive modifiche.

Il secondo obiettivo di questo nuovo regolamento riguarda l’introduzione o la specificazione di norme a garanzia dell’ordinato svolgimento delle operazioni di vendita nelle aree mercatali a tutela degli interessi e del lavoro degli operatori commerciali e della sicurezza di operatori stessi ed utenti.

Tra le novità introdotte da questo nuovo regolamento:

viene previsto che qualora il mercato ricada in giornata festiva, questo verrà comunque effettuato - con la sola esclusione dei giorni corrispondenti a Natale, S. Stefano, Capodanno, Ferragosto e festa patronale (16 agosto, S. Rocco) quando l’effettuazione dovrà essere anticipata al giorno precedente non festivo - e vengono semplificate le procedure per le richieste, da parte degli operatori, per l'effettuazione degli stessi;

vengono disciplinate le modalità di riparto dei corrispettivi dovuti per la fruizione delle piazzole attrezzate in caso di subingresso e precisato che anche gli operatori in spunta sono tenuti al pagamento della TARSU;

viene precisato che gli operatori in spunta una volta entrati nel mercato per il posizionamento devono obbligatoriamente mantenere il veicolo all’interno dello stallo assegnato a garanzia della sicurezza di operatori e utenti durante le operazioni di vendita;

le nuove planimetrie allegate al regolamento ridefiniscono le dimensioni di alcuni posteggi del mercato del mercoledì da operarsi per la soluzione di problemi di ingombro delle strutture segnalati già da tempo dagli operatori interessati: di fatto adeguano le dimensioni degli stalli – in aumento o in diminuzione – a seconda dello spazio occupato dai mezzi e dalle attrezzature degli operatori effettivamente presenti;

viene variata la previsione del numero di posteggi fuori mercato, con l’aggiunta di due nuove postazioni: una in piazza Matteotti (frittelle e dolciumi nel periodo natalizio) e una in via Padana Superiore / piazza Don Carlo della Torre.

In generale, però, la novità più importante riguarda certamente il mercato del sabato.

Viene infatti confermata la sua collocazione nel parcheggio al fianco della fermata di Cernusco centro come mercato di prossimità ma viene altresì approvato definitivamente il suo "compattamento" nella parte Ovest della stessa area (verso viale Assunta per intenderci), così come già definito provvisoriamente con delibera di Giunta Comunale dello scorso Marzo, con la conseguente ridefinizione del numero dei posteggi previsti che passano da 39 a 26. Un nuovo dimensionamento, questo, discusso e studiato con gli stessi operatori assegnatari di posteggio frequentanti con regolarità il mercato, in modo da consentire la creazione di un percorso all'acquisto omogeneo per il pubblico e la contemporanea predisposizione di uno spazio per il parcheggio a servizio del mercato stesso (nella parte Est dell'area, verso la scuola), con benefici già evidenti in questi mesi di sperimentazione.

Tanti piccoli e grandi evoluzioni, dunque, per rendere ancora più attraente - per operatori e pubblico - il commercio sulle aree pubbliche della nostra città. 

sabato 28 novembre 2015

IL SENSO DELLE LUMINARIE NATALIZIE PER I COMMERCIANTI DI CERNUSCO (un anno dopo)


Lo scorso anno, più o meno di questi tempi, pubblicavo un post dal titolo “Il senso delle luminarienatalizie per i commercianti di Cernusco” con una mia lettera aperta nella quale esprimevo un profondo rammarico per la scarsa adesione dei commercianti di Cernusco (appena 29) al progetto “Illuminiamo il Natale” e per la conseguente possibilità di realizzare la posa delle poche luminarie natalizie nelle sole piazze della città grazie all’unico contributo del Comune.

Rivolgendomi ai commercianti, concludevo la lettera con questo passaggio:

“Spero che l’esperienza di quest’anno ci convinca definitivamente che la forza di negozi e commercianti che fanno bene insieme è enormemente superiore alla somma di singoli negozi e commercianti che fanno bene da soli, soprattutto oggi in cui è forte l’impatto della comunicazione nelle scelte d’acquisto; e che il legame con la città va oltre il semplice rapporto commerciale con i cittadini: per questo azioni che amplificano questa valenza di “amore e identità” contribuiscono a rinsaldare rapporti, legami, fiducia reciproca. Se volete, consideriamolo un anno zero: sono già a disposizione per costruire con Voi il prossimo Natale”.

Un anno dopo, uso lo stesso titolo per raccontare che le iniziative del Natale 2015 organizzate dall’Amministrazione Comunale e dalle Associazioni della città tornano ad arricchirsi del fondamentale contributo dei commercianti di Cernusco, anche in collaborazione con il Mandamento di Melzo dell’Unione Commercianti (a loro un grazie anche per la copertura economica del Trenino di Natale, quest’anno previsto nelle giornate del 5, 6 e 8 Dicembre) e con i suoi rappresentanti qui a Cernusco.

Saranno oltre110 le luminarie che illumineranno il Natale a Cernusco da Sabato 28 Novembre e che proprio in questi giorni erano in fase di installazione; due i temi, uno per le vie (gli archi) e uno per le piazze (le palle).

129 le attività commerciali aderenti per coprire, insieme al contributo comunale di 4.000 euro, il costo complessivo di circa 13.000 euro.

In questi tre mesi di riunioni e confronti di coordinamento, alcuni commercianti si sono presi l’impegno di rappresentare i colleghi di via/piazza negli incontri e di riportare quanto deciso; altri – in parallelo con gli uffici comunali e ciascuno per quanto di propria competenza - hanno tenuto i rapporti con l’installatori; più d’uno ha raccolto preventivi e avanzato differenti idee, alcune anche innovative e magari realizzabili nel futuro; alcune vie hanno anche aggiunto alle luminarie delle decorazioni omogenee e caratteristiche alle proprie vetrine.

Ho rivisto, insomma, l’orgoglio di molti negozianti di Cernusco nell’essere propositivi insieme al Comune per rendere più bella e accogliente la nostra città per il Natale: è questo il vero senso delle luminarie per i commercianti di Cernusco e spero che molte persone possano premiarli con un acquisto nei loro negozi.

RAVIGGIOLO DI CERNUSCO: UN INVESTIMENTO DI PROMOZIONE TERRITORIALE CHE NON SI FERMA A EXPO


(In risposta a questo post)

Dopo il lancio dello scorso Marzo in occasione della Fiera di San Giuseppe e i mesi di predisposizione e di sviluppo dell’idea e del progetto, il 22 Ottobre la storia di Libista e del Raviggiolo di Cernusco sono stati presentati ufficialmente al Padiglione Lombardia a Expo, con il coinvolgimento di uno chef stellato, riscuotendo un grande apprezzamento da parte dei presenti - anche ristoratori cernuschesi - e commenti positivi da parte della stampa, anche specializzata.

In quell’occasione, il consigliere Gargantini chiese pubblicamente conto di quanto fosse costata quell’operazione. Risposi che il costo di organizzazione della serata era ricompreso nel budget di 5.000 euro appostato a bilancio insieme alle altre azioni intraprese per la sua promozione. Una cifra certamente contenuta se rapportata alla complessità e alla portata del lavoro fatto e dell’evento, possibile anche grazie all’ospitalità del Padiglione Lombardia. Il materiale prodotto, tra l’altro, è stato anche utilizzato martedì scorso, quando il Raviggiolo di Cernusco è stato il protagonista della serata allo Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, in occasione della serata finale di “Linee d’acqua – Percorsi virtuosi e golosi” organizzato dalla rivista “Cibi – Arte e scienza del cibo”.

Sono tutte operazioni, queste, tese a promuovere l’immagine della nostra città in maniera ampia, al di fuori della stretta cerchia dei cittadini cernuschesi, in stile story-telling, per posizionare Cernusco come destinazione attrattiva anche per un pubblico ben più ampio. E’ un’idea, questa, che ricordo di aver condiviso con i commercianti di Cernusco in occasione della prima riunione che facemmo appena nominato assessore, nel 2010; che ho rilanciato un anno fa, indicando proprio in Expo un tempo ideale per mettere in campo azioni concrete in tal senso, godendo dell’eccezionale portata comunicativa della manifestazione; che ho di nuovo concretizzato non più tardi dello scorso maggio con la prima edizione di Cernusco Jazz Festival.

Ho trovato comunque corretta, seppur considerandola davvero di basso livello politico, la preoccupazione del Consigliere Gargantini circa il fatto che quella di Expo non dovesse essere una vetrina per me: per questo l’ho più volte rassicurato – non più tardi di lunedì scorso, a margine di un evento sportivo, visto che aveva deciso di non partecipare qualche ora prima alla commissione comunale bilancio dove avrebbe potuto chiedere chiarimenti - del fatto che non ci saremmo fermati lì, ma che anzi il passo successivo sarebbe stato quello garantire che quanto fin lì fatto potesse trovare sul territorio di Cernusco il luogo dove riversarsi positivamente, in particolare per le attività commerciali e di ristorazione.

Gli ho anche anticipato quello a cui stavamo lavorando: la tutela del marchio a nome della Comune di Cernusco; la presenza con un corner promozionale domani in occasione di Accogli un Cernuschese; un incontro tra lo Chef stellato ideatore della ricetta e i nostri ristoratori per lo sviluppo del piatto nei vari menù; un evento pubblico di degustazione; una mostra fotografica in città. A questo fanno riferimento gli ulteriori soldi appostati a bilancio con l’ultima variazione di Novembre, pari a poco più di 13.000 euro. Cifra che a Ottobre ovviamente non potevo comunicare perché non ancora presente in bilancio. E posso anticipargli che se il progetto si svilupperà così come ci auspichiamo, certamente altri fondi saranno stanziati in futuro a sostegno non tanto del Raviggiolo, quanto di tutte le ricadute positive che ci aspettiamo possa avere per la città.

Il resto delle dichiarazioni del Consigliere Gargantini sono le classiche parole in libertà della sua zuppa sempre in ebollizione nel pentolone, ma ormai così stracotta da non poter più essere mangiata: la delibera di giunta che contiene la variazione è atto pubblico, come può accusarmi di non essere corretto e trasparente? Forse perché non compie appieno il suo ruolo di consigliere, leggendole puntualmente? I centri di costo, poi, non sono per Assessore ma per funzione: come fa a mischiare questo progetto con lo sport?

Come sempre il Consigliere Gargantini è a caccia di visibilità per giustificare un ruolo di consigliere comunale di minoranza ormai da lui derubricato ad animatore di social network.

giovedì 26 novembre 2015

CON IL NUMERO SETTE


Da qualche giorno c'è on line un nuovo blog di sport, cultura pop e comunicazione: www.conilnumerosette.com.

Qualche dritta per leggerlo.

La mappa della strada fatta per arrivare fino al primo post è nella sezione #sognocoseche, mentre nella gallery ci sono un po’ di cartoline raccolte on the road.

Prima del post del kilometro zero ci sono alcuni pezzi che avevo nello zaino, scritti negli anni per i contesti più vari (compreso questo blog): mi sono sembrati ancora oggi attuali e danno il senso di quello che sarà.

Le cinque direzioni del viaggio sono indicate in Tags & Contacts: davanti alla TV, in città, in tribuna, per lavoro, sul campo.

Lì c'è anche qualche contatto in caso ci perdessimo di vista.

Il resto, è un futuro tutto da scrivere.

ps: dopo aver messo on line il blog e scritto questo post, mi è venuto in mente che mi sarebbe piaciuto avere una stanza degli amici per chi vorrà passare e lasciare una traccia. L'ho creata, ma la sto ancora ordinando. Sarà pronta tra un po'.

sabato 24 ottobre 2015

IL RAVIGGIOLO DI CERNUSCO SUL NAVIGLIO | RASSEGNA STAMPA DEL GIORNO DOPO

MAGAZINE EXPO2015


A Expo Milano 2015 ha presentato il Raviggiolo di Cernusco. Cos’è?
"Il Raviggiolo è una ricetta tradizionale che è ho reinterpretato e riportato alla vita basandomi su testi antichi ritrovati dal Consiglio Comunale di Cernusco. Si tratta di un raviolo di pasta poverissima, solo farina di grano saraceno, un po’ di farina bianca e di acqua, che racchiude un formaggio fresco a pasta bianca, ottenuto dalla cagliatura di latte vaccino crudo o latte bovino. Il piatto veniva arricchito da un ragù di lumache, burro ed erbe spontanee. Molte città e luoghi rivendicano la paternità del raviolo e da questi testi si evince che potrebbe essere nato proprio a Cernusco sul Naviglio. L’umanista milanese Ortensio Lando, infatti, nella sua opera del 1548 racconta: “Libista contadina lombarda da Cernuschio: fu l'inventrice di far raffioli avviluppati nella pasta, dispogliati detti da lombardi mal fatti”.

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Gli occhi e le parole dello chef hanno raccontato la ricetta e fatto trasparire anche la passione e la soddisfazione di aver realizzato un’idea e le ambizioni dei sognatori di Cernusco, come mi piace definire il Sindaco e tutte le persone che hanno lavorato a questo progetto. Quando il Raviggiolo è arrivato in sala c’è stata una certa emozione, un po’ di suspense e poi il tanto atteso assaggio: una consistenza leggermente rustica grazie al grano saraceno, la delicatezza del formaggio, le lumache cotte alla perfezione e il colore e i profumi delle erbe.

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IL GIORNO (1)


Intenzione dell'Amministrazione è coinvolgere pastifici, ristoratori e imprenditori che sfruttando il volano offerto dalla tradizione puntino invece a un percorso di innovazione per tutta la realtà produttiva locale. [...] Arrivano gli assaggi. Grano saraceno, erbe di campo e lumache a condire il tutto. Il primo boccone è già un'emozione.

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IL GIORNO (2)


Chef, come lo immaginiamo il piatto di Libista?
"Prima di ripensare il raviggiolo ho fatto ricerche, ho letto tanto, tutto quello che ho trovato sulla cucina dell'epoca. Credo di esserci andato vicino. Da questo studio è nato "Il Raviggiolo di Cernusco sul Naviglio", un piatto semplice, pensato per andare contro corrente a un certo modo di interpretare oggi la vita. Per riportare i bambini nei campi".

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IN FOLIO


Con la macchina del tempo il Raviggiolo sbarca a Expo: Cernusco rivendica la nascita del moderno raviolo e lancia un progetto di marketing territoriale presentato alla fiera dell'alimentazione e nutrizione.

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LA GAZZETTA DELLA MARTESANA (1)


Il Raviggiolo di cernusco sul Naviglio è stato  presentato. Ora toccca anche ai cernuschesi (e non) far rivivere nelle loro cucine questa antica tradizione appena riscoperta.

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 LA GAZZETTA DELLA MARTESANA (2)


Lo scopritore della storia di Libista ha un nome ben preciso. Si chiama Luigi Frigoli, ha lavorato come giornalista ed è uno scrittore [ndr - Luigi ha scritto La vipera e il diavolo]. "Volevo che i personaggi del mio libro avessero una base storica. Per questo mi sono documentato con opere dell'epoca. Quando ho letto questo episodio sono rimasto sorpreso e l'ho reso pubblico".

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FUORI DAL COMUNE


La storia di Libista e del Raviggiolo di Cernusco sul Naviglio è ora dunque a disposizione della città, delle sue realtà formative, associative e produttive-commerciali affinchè possano arricchirla con proposte e iniziative per far diventare Cernusco centro di attrazione per coloro che amano la buona cucina tradizionale. Difficile dire se il Raviggiolo riusicrà a raggiungere la fama del vicino Gorgonzola, che ha fatto dell'omonima cottà una delle più conosciuite in Italia, ma di certo si candida per essere una delle novità più interessanti per il futuro di questa città.

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giovedì 22 ottobre 2015

LIBISTA, IL RAVIGGIOLO E CERNUSCO SUL NAVIGLIO PROTAGONISTI A EXPO 2015


La strada che questa sera ci ha portato a Expo, all’interno di Pianeta Lombardia, a parlare di una contadina lombarda vissuta - forse - secoli fa e della sua invenzione “di far raffioli avviluppati nella pasta”, parte da lontano: sono già passati quasi due anni da quando ci chiedemmo per la prima volta cosa avrebbe potuto rappresentare Expo2015 per Cernusco sul Naviglio, una città di 33.000 abitanti alla periferia di Milano, nel territorio della Martesana.

Ci piacque l’idea – fu la risposta e anche l’auspicio - di considerare Expo non solo come un evento, ma anche come un tempo: un tempo per aiutarci a ripensare (o a riscoprire) il senso dell'essere uomini e comunità nel terzo millennio, nella nostra città e nella nascente Città Metropolitana. Ci dicemmo che sarebbe stato bello trovare il modo attraverso il quale un evento così coinvolgente, ricco di contenuti e prossimo territorialmente ma proiettato verso il mondo, potesse lasciare un “sogno concreto” alla città, per il futuro.

Un po’ come fecero alcuni Cernuschesi novantadue anni fa, quando decisero di festeggiare il nascente mercato settimanale cittadino con una grande fiera delle eccellenze agricole e commerciali – la Fiera di San Giuseppe – che ancora oggi, ogni anno a Marzo, ci permette di “fare il tagliando” al nostro essere abitanti di questa città.

Abbiamo così deciso di seguire per mesi le orme di Libista, a volte protagonista, a volte comparsa, in numerosi libri e narrazioni: il giornalista e scrittore Luigi Frigoli, che fu il primo ad incontrarla tra le pieghe della storia e delle storie e a scriverne su un giornale locale, ce ne fece scoprire le caratteristiche simboliche uniche che qua e là era possibile cogliere.

Il cammino nel tempo si concluse la scorsa primavera alla biblioteca Statale di Monaco di Baviera: lì è custodita una copia del 1548 del libro “Catalogo dell'inventori delle cose che si mangiano, delle bevande ch'oggidi s'usano”, scritta dall’umanista Ortensio Lando. In quel libro si racconta - tra finzione e leggenda - di "Libista, contadina lombarda da Cernuschio: fu l’inventrice di far raffioli avviluppati nella pasta".


                
Una citazione, questa, che probabilmente incrocia narrazioni dell’epoca e tradizioni della campagna lombarda e che ci indica il legame di questa pasta ripiena – il raviolo - e dei suoi ingredienti con un territorio, Cernusco e la Martesana che dalla fine del XV secolo era diventato il centro di una delle più importanti opere del genio civile dell’epoca, alla cui realizzazione aveva partecipato anche Leonardo da Vinci.

Erano infatti passati circa settant'anni da quando Francesco I Sforza, nel 1475, aveva messo nero su bianco in un decreto ufficiale che El Navilio nostro de Martexana si sarebbe fatto, dando il via alla sua progettazione: una grande opera inaugurata sul finire del XV secolo e che nascendo dall'Adda sotto l'antico castello di Trezzo, arrivava a Milano a Cascina de' Pomm, per poi interrarsi a San Marco, irrigando con oltre 129 bocche sparse sul suo percorso quasi 25.000 ettari di terreni coltivabili.

Ce n’era abbastanza per costruire un progetto di valorizzazione territoriale che permettesse di mettere in luce Cernusco sul Naviglio come una città ricca di tradizioni e bellezze artistiche, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro; esempio – come amiamoci ripeterci – di città a misura d’uomo a pochi passi da Milano.

Lo scorso Marzo – proprio in occasione della nostra fiera - abbiamo messo in circolo la storia di Libista con una serie di eventi e con un sito internet: una suggestione a disposizione della città, delle sue realtà formative, associative e produttive/commerciali, affinché la potessero arricchire fin da subito con proposte e iniziative.

Poi una sera siamo stati a cena nel magico cortile del Pomiroeu di Giancarlo Morelli, a Seregno.

Chef Morelli è famoso in Italia e sempre più nel Mondo per aver legato la sua immagine alla capacità di innovare nella tradizione, denso di genuina passione per le proprie origini e per le origine del cibo.


Verso mezzanotte – quando tutti i clienti se ne erano andati – gli abbiamo raccontato della contadina Libista e gli abbiamo chiesto come se lo immaginasse quel raffiolo avviluppato nella pasta: “lasciatemi qualche settimana per pensarci” ci disse.

Siamo tornati. E abbiamo prima ammirato e poi assaggiato come la storia immaginata intorno a quella contadina e quella di un intero territorio fosse stata riassunta in un piatto – Il Raviggiolo di Cernusco sul Naviglio – archetipo del raviolo e immaginato dallo Chef “per come poteva essere” all’epoca di Libista.


Stasera Chef Giancarlo Morelli lo ha presentato.

C’è la pasta con la farina di grano saraceno, quella che la tradizione vuole coltivata nei territori bergamaschi e bresciani già nel XV secolo e che poi, grazie al Naviglio della Martesana, era trasportata fino a Milano; c'è l'acqua e ci sono le erbe dei nostri campi, a seconda della stagione – questa sera piantaggine, tarassaco e achillea – che proprio il Naviglio e le sue 129 bocche irrigavano; ci sono le lumache, mollusco tipico della campagna lombarda, di una cucina povera diventata oggi ricercata; c'è il formaggio fresco a pasta bianca ottenuto daglia cagliatura di latte vaccino crudo o latte bovino, a ricordo dell’origine agricola della Martesana; non ci sono le uova, ingrediente troppo ricco per una contadina dell'epoca.

E poi c'è la forma: unica, pensata in maniera originale da Chef Morelli per raccontare anche visivamente quell'arte di avviluppare raffioli nella pasta, manualmente pollice contro indice.

Ufficialmente “Il Raviggiolo di Cernusco sul Naviglio" è un'iniziativa sviluppata in occasione di Expo 2015, all'interno di "Cernusco2032: la città dell'innovazione", il progetto pensato dal Comune di Cernusco sul Naviglio per riunire le azioni in tema di attività produttive, new media e ambiente.

Nelle prossime settimane definiremo nei dettagli i prossimi passi da compiere insieme. I più imminenti appaiono il coinvolgimento dei ristoratori e delle attività commerciali della città (alcuni erano presenti e si sono dimostrati davvero entusiasti del lavoro fatto e delle opportunità che possono aprirsi) e un evento che presenti il Raviggiolo in città.

Pensiamo però che tutto quello che nascerà da questa sera sia ancora da immaginare.

Perché è davvero ricca di fascino e significato la possibilità che la storia di una contadina cernuschese, citata in un libro di quasi cinquecento anni fa, possa essere uno degli strumenti attraverso il quale costruire oggi, con azioni concrete, il futuro della nostra città.

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ps: mentre stasera ritornavo verso casa in scooter, pensavo che Cernusco sul Naviglio e i suoi cittadini dovrebbero essere orgogliosi di questa serata tuttaltro che scontata, che ha reso protagonista tutta la nostra comunità al Padiglione Lombardia a Expo: io lo sono davvero.

Grazie a chi l'ha pensata, a chi l'ha realizzata, a chi ha risolto ostacoli insormontabili insieme agli immancabili ultimi piccoli problematici dettagli. Per chi ha voluto viverla dal vivo, la soddisfazione di poter dire "io c'ero".





(le ultime 3 foto qui sopra sono di Roberto Lauretta)

giovedì 15 ottobre 2015

UN'AZIONE CONCRETA E' DECISAMENTE MEGLIO DI UN PUGNO DI LIKE


Al fine di rilanciare e rinsaldare il patto di attenzione e cura della città con i cittadini, il Comune di Cernusco e Cernusco Verde hanno pubblicato lo scorso Dicembre sui propri siti internet il file con il dettaglio dei giorni in cui vengono svolti i servizi di svuotamento cestini e pulizia meccanizzata in oltre 300 luoghi tra vie, piazze e aree della città.

Questa “operazione trasparenza” è stata ben interpretata da diversi cittadini che – giustamente – hanno iniziato a segnalare puntualmente attraverso mail l’eventuale mancato svolgimento del servizio nei giorni prestabiliti: un modo per richiamare Cernusco Verde al rispetto dei propri impegni, alla verifica dell’efficienza del proprio operato e all’esigenza di dare riscontro delle proprie eventuali mancanze.

Quanto descritto dal Consigliere Gargantini sul proprioblog in merito alla sporcizia presente nelle ultime domeniche in alcuni angoli di piazza Ghezzi non rientra in questa fattispecie, poiché il servizio svuotamento cestini avviene in questa piazza nelle giornate di martedì, giovedì e sabato e lo spazzamento in quella di martedì.

Non siamo dunque di fronte né a un disservizio da parte di Cernusco Verde, né a una sua incuria, quanto invece alla presenza di una compagnia di ragazzi che quando si ritrova sulle due panchine della piazza poste sotto gli alberi (negli ultimi due weekend è successo il sabato e non necessariamente in orari notturni), le inonda di rifiuti: per questo non credo che il modo migliore per porre rimedio all’inciviltà delle persone sia quella di moltiplicare all’infinito gli interventi su misura.

Ne faccio anche una questione di costo, certo. Oggi un operatore è in servizio la domenica mattina per lo svuotamento manuale dei cestini in centro e potrebbe staccarsi per un’ora per pulire anche piazza Ghezzi: 1 ora ogni domenica x 25 euro (costo lordo al Comune) x 50 domeniche = più o meno 1.200 euro l’anno. E così per ogni panchina della città trattata come una pattumiera qualche ora prima da qualche maleducato.

Ne faccio però e prima di tutto una questione di crescita della responsabilità civica nel non demandare ad altri quello che può garantire un presidio propositivo (anche verso ai ragazzi stessi) di una piazza centrale (rispetto al quartiere) come piazza Ghezzi, da parte di chi in quella piazza ci abita (e mi ci metto anch’io), ci lavora, vi svolge un’attività educativa e (non ultimo) di chi Amministra la città.  

La questione della pulizia della piazza da parte dei cittadini non era dunque il tema che ho posto scendendo due domeniche fa a raccogliere in un sacchetto i rifiuti lasciati sopra e sotto le due panchine della piazza, dopo che il Consigliere Gargantini era passato di buon mattino a fotografare: a lui, infatti, ho contestato lo scivolone che gli capita sempre più di frequente di compiere con una critica facile facile sui social network per un pugno di like in più, senza dimostrare né profondità di analisi, né volontà di azione.

Queste erano state le mie parole:

“Sono sceso a pulire solo per ricordarci (me compreso) che il tema della civiltà e dell’attenzione alla città viene prima della critica. L’ho fatto volentieri, come i cittadini che già nel quartiere curano un’aiuola o i commercianti che rendono più accogliente lo spazio davanti al loro esercizio. Ci ho messo 5 minuti a pulire, come te a scrivere un post”.


Bene ha ripreso il concetto la domenica seguente questo commento su Facebook:


Concludo con il tema della mancata differeziazione al mercato, sulla quale così mi ero espresso qualche mese fa in due diversi interventi in Consiglo Comunale:

“Un discorso a parte bisognerebbe farlo sul mercato, dove sappiamo che è certamente possibile fare molto meglio. Qui si intrecciano l’esigenza di una pulizia puntuale dell’area, quella di garantire l’accessibilità al parcheggio in tempo utile per garantire l’uscita dei ragazzi dalla scuola adiacente, quella degli orari poco flessibili dei luoghi di smaltimento, quella della disponibilità di personale della Polizia Locale da poter dedicare alla sorveglianza delle operazioni. E’ una sfida che non diamo per persa e contiamo di fare passi in avanti nel corso dell’anno, ma certo non possiamo dire di essere soddisfatti della situazione”.

Non c’era certo bisogno del Consigliere Gargantini per ricordarcelo. Come anche detto non più tardi di due settimane fa sempre in Consiglio Comuale, l’avvento di CEM dal Gennaio 2016 renderà tecnicamente possibile la raccolta differenziata al mercato, che secondo i numeri attuali vale poco meno dello 0,5% della raccolta totale annua. Ciò sarà concretamente possibile perché con CEM verranno superati i limiti che attualmente rendevano impraticabile non tanto nella raccolta, quanto la sua gestione.

Un’azione concreta è decisamente meglio di un pugno di like.


Appendice | Hanno detto: