lunedì 18 giugno 2007

IL NONNO DI ALEX


Il nonno di Alex, anche se non ne so il nome, esiste davvero; così come esiste Alex. Sono nonno e nipote di 6 anni, di Reggio Emilia, che ho incontrato nella mia settimana di vacanza al mare in Toscana. Il nonno di Alex mi è sembrato il rappresentante più vero di un'Italia vera, che ho ritrovato dopo molti anni di viaggi organizzati all inclusive in giro per il Mediterraneo, dove di solito si incontrano viaggiatori che "non devono chiedere mai".

Il nonno di Alex è appassionato di sport, insegna al nipote a nuotare in piscina, lo accompagna in bicicletta per le pinete del lungo mare toscano, gli piacerebbe portarlo in inverno anche sugli sci ("ma ha i suoi genitori, sa, mica posso insegnargli tutto io"). Il nonno di Alex è un modo diverso di fare vacanza, dove i nipoti/figli non sono scocciature da destinare a un mini-club. Il nonno di Alex è un animatore dell'era palozoica, quando le vacanze erano i momenti per stare tutto il giorno (o almeno un po' più tempo) con quel papà che durante l'anno era sempre al lavoro. Il nonno di Alex è l'immagine di un'epoca dove il tempo scorre più lento ma dove è più facile incontrare le persone.

Ermanno

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao ermanno,
sono n- mamma di matteo, ci conosci bene :-)
grazie per questo post che mi ha profondamente commosso. di questi nonni ce ne sono ancora tanti in giro, nella mia reggio di sicuro. uno di questi era mio padre, che - prima di andarsene a pedalare libero in cielo - da buon ciclista sfegatato qual era non ha perso l'occasione di regalare una bella bici al nipotino, dopo avergli dedicato le ore più belle dei suoi ultimi anni di vita.
evviva lo sport, evviva i nonni.
a presto.

IL BLOG DI ERMANNO ZACCHETTI ha detto...

n-, ho aspettato qualche giorno a postare, pensavo di poter aggiungere qualcosa di persona - ormai ci capita spesso di incrociarci, ognuno ha il suo Matteo da inseguire - non sarebbe stata la stessa cosa. In questi mesi d'estate ho riscoperto davvero quanto valga di più un rapporto personale rispetto a qualsiasi viaggio/lavoro/impegno, a quanto il tempo speso per le persone (i figli, i nonni, chi ci sta vicino) non sia mai tempo perso. Guardo i nonni intorno a me, quelli veri, e mi chiedo se tutta la passione e l'amore per i nipoti sia dovuta alla consapevolezza del tempo che scorre inesorabilmente o al fatto che che i loro giorni sono stati pieni di tante cose ma forse poco di quello a cui tenevano davvero. Consapevolezza o rimpianto? Io vorrei avere, un giorno, la serenità di vivere la prima e la gioia di non vivere il secondo.
e.

Anonimo ha detto...

è forse un misto di entrambe le cose. io ricordo con amore infinito la dedizione della mia adorata nonna paterna dalla quale io e mio fratello siamo praticamente stati cresciuti mentre i nostri genitori cercavano in tutti i modi di mandare avanti la famiglia.
sono comunque sicura che l'esempio di questi nonni e nonne splendidi possa in qualche modo aiutare noi, nel qui ed ora, ad essere genitori più consapevoli e qualitativamente anche più presenti.
ed evitare ogni corto-circuito emozionale.
un abbraccio,
nazzarena